mercoledì 13 aprile 2016

MADONNA SANTAMARIA. E non è una bestemmia



Lo chiamavano Jeeg Robot è un bellissimo film.

E' tutto bello: la storia, i doppisensi, le esplosioni di Roma che si crede siano opera dei "terroristi" e che sono banalmente camorristiche (terrorismo che ci teniamo a casa da circa SEMPRE), le citazioni...
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Claudio Santamaria.

Avoglia a parlare di uomo dolce, sensibile, delicato, alla moda... avoglia...

Questo film mi ha ricordato che dentro di me c'è una una donna preistorica che sbava davanti alla forza. Una Wilma che mi scorre nelle vene.
Affanculo il femminismo, mi arrendo all'evidenza e alzo un braccio al cielo, muovo la manina a destra e sinistra e dico fiera: "ciao ciao parità dei sessi".

L'atavica sensazione di protezione da parte dell'invincibile, la possibilità di nascondermi dietro al tantum ergo monumentale, il primitivo prurito alle mani davanti al lato b del Santamaria hanno seriamente compromesso i miei equilibri intellettuali:

Mi sono immaginata biondissima tra le braccia del gorilla, in cima all' Empire State Building senza gridare aiuto.
Mi sono immaginata mentre, in panne nel parcheggio, non riesco a tirar fuori la macchina e lui la sposta a mani nude.
Mi sono immaginata in crisi perché non riesco a passare l'aspirapolvere dietro l'armadio ventistagioni e lui che, sorridendo, lo solleva.


Sono pronta. Faccio outing: Ciao a tutti, sono Wilma, ho timbrato il cartellino alla fiera delle banalità in abito da sposa rosa principessa e dico: SI. Lo voglio.




D.

"Me la vedo brutta" disse Maria Antonietta accovacciata sugli specchi







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