mercoledì 24 febbraio 2016

SALVIAMO MATTEO DAL SUO FUTURO PETALOSO.





Ho sempre sognato di inventare una parola.

Entrare di prepotenza nel dizionario della lingua italiana e dire: "ehi gente, questa è mia. Incontestabilmente mia".
Ma per quanto avessi voglia di farlo sono quasi certa che non avrei mai potuto inventare una parola come PETALOSO.

Non è di certo un caso che a scriverla sia stato un uomo, anche se in miniatura.

Le donne ste cagate non le pensano nemmeno.

Ma mettendo da parte il mio egocentrismo linguistico e riponendo nel cassetto i miei sogni letterari ora il mio pensiero va a lui. La mia attenzione in questo momento si concentra su Matteo. L'inventore.
L'erudito inconsapevole.
Colui che, in questo momento, ha una tale rilevanza linguistica neanche fosse l'erede diretto, culturalmente parlando, del compianto maestro Eco. (Chissà lui cosa avrebbe pensato di petaloso... Certo che uno non fa in tempo a morire che...).

Ma possibile che nessuno si sia posto il problema di questo povero bambino che suo malgrado crescerà con questo marchio indelebile sulla testa?

Ve lo immaginate? Alto, prestante, ammiccante e brillante con il suo drink in mano, occhi negli occhi con la strafiga tutta curve che non aspetta altro che saltargli addosso.
E proprio mentre sono sul più bello... lui ha la brillante idea di tirare fuori il suo pezzo forte: "Sai, io sono quello che ha inventato, alcuni anni fa, la parola PETALOSO".

Non devo certo dirvi io la reazione della povera ragazza che vedrà irrimediabilmente sgretolarsi la propria libido tra le dita.

E mentre nel locale riecheggeranno ancora le sillabe PE-TA-LO-SO, che come una marcia funebre accompagneranno quello che rimane di lei verso l'uscita, mostrando a lui il lato migliore che si è perso, allora ricordatevi che saremo tutti responsabili della disfatta di questo ignaro uomo che non capirà.

Si, lui non capirà, come potrebbe? 
I social e i media in generale ne hanno parlato allo sfinimento neanche fosse la Franzoni.
I suoi genitori, orgogliosi come se si fosse laureato con 110 e lode alla facoltà di ingegneria aerospaziale, lo hanno ricoperto di attenzione riempendogli la cameretta di qualsiasi roba.
A scuola è diventato il figo dell'istituto, da quel momento ha vissuto di rendita e non è stato mai più interrogato, soprattutto in italiano.
E' cresciuto nella convinzione che PETALOSO fosse il fiore all'occhiello della sua esistenza, il suo vestito buono, il free pass per qualunque situazione.

Magari avrà anche scritto un libro "Come vivere una vita petalosa".
Non può immaginare le ripercussioni catastrofiche che avrà nella sua vita sentimentale. 
Nessuno lo avrà preparato alle future nottate da solo, alle docce fredde dopo essere stato mollato sul più bello, ai solitari pomeriggi in centro a fare shopping, ai giovedì al Esselunga in cerca di uno straccio di donna.

Salviamolo da un destino beffardo che non merita.

Diciamogli che PETALOSO non solo è una parola che fa cagare ma che lo allontanerà dalle donne con la stessa velocità con cui il Raid allontana le zanzare nelle afose giornate d'estate.

Nel frattempo noi donne stiamo ancora aspettando quel genio che ha coniato il termine "trombamica", ma questa è un'altra storia.


R.




"Me la vedo brutta" disse Maria Antonietta accovacciata sugli specchi.




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