giovedì 25 febbraio 2016

BERLUSCONI SI LAMENTA DELLE INTERCETTAZIONI DELLA CIA... DOVREBBE PARLARE CON IL MIO EX FIDANZATO



Diciamocelo, quelli della CIA sono dei dilettanti allo sbaraglio. 

Dai su, non è possibile! Fior fiori di uomini e donne, addestrati per anni con le tecniche investigative più all'avanguardia dell'universo, intercettano Berlusconi facendosi sgamare? Ma santo cielo come si fa!

Lo so cosa state pensando:  non è semplice eludere l'entourage di Berlusconi, ne sanno a pacchi quelli là, e soprattutto a muoverli è lo spirito di rivalsa per essere stati accusati da tutto il pianeta di essere dei paranoici senza senso che gridavano al complotto. 
Non gli sarà sembrato vero quando è arrivata la notizia che una manica di incompetenti stava sul serio spiando il loro leader. 
Ma cazzarola, dopo così tanto tempo cosa combinate? Vi fate trafugare le notizie proprio ora, che tutta Forza Italia si era ormai rassegnata all'idea di farsi seguire da uno psicoterapeuta per superare quel momento di non credibilità generale?

Ciarlatani. Io ho saputo fare meglio, molto meglio di voi. Io con pochette e tacco dodici sono stata capace di ben altre prodezze investigative che (e lo dico con grande orgoglio) ad oggi non sono mai state scoperte.

Ma partiamo dal principio. 
Mi ero scelta un fidanzato bello, simpatico, intelligente (sì, esistono queste tre cose insieme). 
Aveva solo un piccolo difetto, l'ammiccamento facile: strizzava gli occhi a chiunque, uomini e donne, per sfamare il suo egocentrismo patologico. Era un animale sociale, un bel animale sociale, che mieteva le sue vittime quasi in maniera inconsapevole. 
Si portava dietro una scia di donne che, non curanti della mia presenza, si facevano sfuggire occhioni languidi, sorrisi accoglienti e battute a limite dell'accettabilità, della mia accettabilità.
Così mi sono organizzata. Prima di riempire le borse sotto gli occhi, sbucatemi fuori a causa dell'insonnia che la mia gelosia più che motivata mi procurava da circa un mese, ho deciso di correre ai ripari.
Se lui mi tradiva dovevo saperlo.

Ora, queste sono il tipo di cose che non si raccontano a cuor leggero perché diciamocelo, mi vergogno di quello che sono stata capace di fare. 

Mi vergogno di essermi mimetizzata con i cespugli del parco infilandomici dentro per controllare, pezzo per pezzo, tutto il suo percorso di jogging; 
mi vergogno di aver scoperto tutte le sue password usando HomeKeylogger, avendo accesso a qualunque sua informazione più intima e personale; 
mi vergogno di aver fatto finta di dormire, russando e parlando nel sonno, mentre sbirciavo quello che lui leggeva/scriveva al cel prima di addormentarsi; 
mi vergogno di aver fatto finta di uscire una sera ed essermi invece piazzata sul balcone, passando dal ballatoio esterno, per sbirciare dentro e vedere cosa lui facesse in mia assenza; 
mi vergogno di avergli regalato, spendendo millecinqucentotrentacinque fottutissimi euro, un cellulare che registrava tutte le sue telefonate (i messaggi li tenevo d'occhio settimanalmente quando lui faceva il suo bagno relax e io comodamente potevo disporre del suo cellulare);  
mi vergogno di aver aspettato che lui si addormentasse per sgattaiolare fuori dal letto e strisciare vicino giacca e pantaloni per controllare la presenza di bigliettini e monitorare orario e località di eventuali scontrini fiscali. 

Insomma per diventare una buona investigatrice la prima cosa che perdi, oltre la salute, è la dignità.

Il mio era diventato quasi un lavoro. Fogli excel in cui appuntavo le conversazioni che teneva in chat, gli appuntamenti che non rientrassero in quelli lavorativi, battute e riferimenti espliciti a particolari donne (amiche e non) che schedavo prontamente, tramite facebook, e che catalogavo in base a vari parametri che ritenevo "allarmanti":
- stato civile
- taglia di reggiseno
- vicinanza geografica
- interessi e passioni comuni
- aspetti caratteriali

Niente poteva sfuggirmi. Avevo occhi e orecchie ovunque. 
Ciò che avevo perso era la lucidità. Avete una vaga idea di cosa significa leggere delle parole che, proprio perché scritte, non hanno alcuna certezza interpretativa? 

E se le parole a volte possono mandarti fuori, non vi faccio neanche immaginare cosa possano fare quei maledettissimi punti di sospensione.
Come si interpretano i punti di sospensione? E se sono cinque invece di tre? E la valenza cambia se a scriverli è lei oppure lui? 

In un mese di investigazione oltre alle borse sotto gli occhi ero affetta da tic nervosi che sbucavano fuori ad ogni squillo di cellulare, uscita non programmata e tutto ciò che non rientrava nella mia normalità, che di normale non avevo più niente.
L'ho lasciato io. Senza dargli spiegazione. Lui ha pensato che ci fosse un altro, mi definiva troppo strana in quel periodo.

La prossima volta l'intelligence americana potrebbe essere forse un pò più intelligence. Se le indagini fossero state condotte da una donna a quest'ora avremmo avuto uno psicoterapeuta ricco e un gruppo di persone più equilibrato.

L.


"Me la vedo brutta" disse Maria Antonietta accovacciata sugli specchi.


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