lunedì 29 febbraio 2016

E SE LA STATUETTA NON FACESSE PENDANT??





Una statuetta in fondo non è diversa da un uomo, un qualunque uomo irraggiungibile che ci ha donato notti insonni!
La mia statuetta si chiamava Matteo, aveva quattro anni in più di me, era bello come il sole e... Per lui ero un fantasma, invisibile. L'ho baccagliato pesantemente per due anni e un giorno finalmente ho portato a casa la mia statuetta che ho abbandonato prevedibilmente dentro un cassonetto dopo una settimana.

Ieri sera anche quel gran figo di DiCaprio ha posizionato la sua statuetta sulla mensola in alto, quella mensola che ha spolverato per anni, lasciandola vuota perché "tanto l'anno prossimo lo vinco". Di tempo ne è passato ma ci è riuscito.
Bravo DiCaprio. Lacrime, applausi, commozione generale, come se quell'orso lo avesse fatto a brandelli sul serio. Se lo è meritato: sveglia alle 3 del mattino per 4 ore di trucco, rischio ipotermia, ha indossato pellicce di 45 kg per tutte le riprese, ha mangiato sul serio del fegato crudo di bisonte e ha subito una lunga serie di atrocità per impietosire i giurati, dovevano averlo un cuore da qualche parte. Ce lo avevano per fortuna, e ieri lo hanno dimostrato al mondo.

Ma torniamo a lui, l'uomo che è sprofondato giù in acque gelide, dopo l'impatto con un iceberg, pur potendosi salvare chiedendo a quella culona di Kate Winslet di fargli spazio. Bene, anni dopo riemerge dalle acque e vince l'Oscar. È come se lo vedessi: alla fine della cerimonia, sfinito dall'ansia per una possibile nuova disfatta artistica che lo avrebbe portato al suicidio (nessuno lo avrebbe biasimato), si è infilato nella limousine e si è adagiato sui sedili posteriori, lui e la sua statuetta. Non hanno parlato per tutto il viaggio: lei oltremodo imbarazzata perché lui continuava a fissarla e sorridere. 
Probabilmente ha preso un aereo per tornare a casa: non ha distolto lo sguardo neanche un secondo da lei che continuava intimorita a temere per l'epilogo di quell'amore unilaterale( per lei, in fin dei conti uno valeva l'altro) e finalmente è arrivato. Ha girato la chiave nella toppa, si è pulito le scarpe sullo zerbino per evitare che microbi esterni entrassero in casa (DiCaprio è uno un po' fissato) e si è posizionato davanti alla mensola.
L'ha osservata a lungo e con sguardo compiaciuto ci ha poggiato sopra quell'omino tutto d'oro.
Ed è in quel momento che dev'essere iniziato il dramma: si è accorto improvvisamente che la statuetta stonava con l'intero arredamento, l'oro non c'entrava nulla con lo stile del suo appartamento. Anche le dimensioni della statuetta erano sproporzionate. Casa sua è un tripudio di design minimalista, colori tenui, trasparenze ovunque e l'unica cromatura presente è il verde che richiama la sua fissa per la natura e l'ambiente... E diciamocelo, accostare il verde con l'oro è quasi un'azione criminosa. Insomma quella statuetta era un pugno nell'occhio.

Ora, io Matteo l'ho scaricato dopo una settimana, DiCaprio ci ha messo molto meno di me... Se lo andate a trovare chiedetegli dell'Oscar, vi mostrerà il suo meraviglioso giardino. Guardate bene tra i simpatici nanetti che lo abitano, lì in mezzo troverete anche lei.

L' irraggiungibile, si sa, non andrebbe mai raggiunto.

M.

"Me la vedo brutta" disse Maria Antonietta accovacciata sugli specchi.

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